Nel patto di stabilità inserito l’emendamento del deputato veronese Fantinati, in base al quale le imprese che vantano crediti con la Pa potranno compensare le somme attese con le obbligazioni tributarie. Cgia: il debito complessivo dello Stato supera i 35 miliardi di euro
Le imprese che vantano crediti con la pubblica amministrazione potranno anche per il 2015 compensare le somme attese con le obbligazioni tributarie. La compensazione dei debiti fiscali con i crediti commerciali già lo scorso anno aveva rappresentato per molte imprese italiane una boccata di ossigeno. Alla luce dell’ottimo riscontro, il deputato Mattia Fantinati ha riproposto un emendamento, approvato dalla commissione bilancio e inserito nel patto di Stabilità, che per altri dodici mesi permetterà di scongiurare la chiusura di aziende che rischiano il fallimento proprio a causa di crediti mai pagati da parte della pubblica amministrazione. Secondo la Cgia i debiti complessivi della Pa ammontano a oltre 35 miliardi di euro. Da una serie di indagini campionarie, la Banca d’Italia aveva approssimato in 90 miliardi di euro l’indebitamento complessivo delle amministrazioni pubbliche maturato nel corso del 2013. Stando a quanto assicurato dal premier Renzi nelle scorse settimane, il governo avrebbe già saldato questi debiti. Non però per la Banca d’Italia, secondo la quale mancano all’appello ancora oltre 35 miliardi. Cifra destinata a salire, sostiene la Cgia di Mestre, se si considerano anche le imprese non considerate dalle indagini della Banca d’Italia: quelle con meno di 20 addetti, che costituiscono il 98 per cento del totale delle aziende presenti in Italia, e quelle operanti nei servizi sociali e sanitari, che trattengono fortissimi rapporti commerciali con le amministrazioni pubbliche.
“Vincono ancora una volta la concretezza, il pragmatismo e le buone idee del Movimento Cinque Stelle, che in Parlamento porta le istanze dei professionisti e delle Pmi che tengono in piedi il Paese”, è il commento di Mattia Fantinati. “E’ un emendamento che vuole garantire un minimo di giustizia agli imprenditori oppressi da tasse e burocrazia, e si basa su un principio elementare: se lo Stato non paga, e ricordiamo che il nostro Stato è il peggior pagatore d’Europa, non può nemmeno pretendere di essere pagato. Un emendamento, insomma, che ripristina l’equilibrio tra Stato e imprese. Mi lascia quindi perplesso l’atteggiamento del governo, che non ha voluto rendere definito questo beneficio”, conclude Fantinati.