Il valore dell’ingegneria italiana, tra genio e necessità di rinnovamento
Valore del made in Italy, inteso come creatività e artigianalità; valore come capacità di rinnovare e rinnovarsi, lasciando spazio ai giovani, aprendosi al cambiamento; ma il valore è anche quello di un’opera e quello di un progetti, valori diversi che tuttavia la burocrazia – cieca, pesante, incombente – non vede. Con tutte le conseguenze che ne derivano. Ecco l’ostacolo maggiore nello sviluppo del valore di una professione, quella dell’ingegnere, che stenta a decollare: legata a radici vecchie, a tratti timorosa del cambiamento, ostacolata da una politica che ne impedisce la crescita
Sono stato chiamato ad intervenire in occasione della 60^ assemblea nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, organizzato lo scorso fine settimana a Venezia. Tema: “Valore e lavoro”.
Da ingegnere, prima nel mio Paese e poi in Germania, ho avuto modo di capire e toccare con mano cosa sia il valore dell’ingegneria italiana. Un valore che affonda le sue radici nella creatività di Leonardo, nella genialità di Enzo Ferrari: l’innovazione e l’ingegno per rispondere alle esigenze sociali, e il fattore uomo al centro, sia nella progettazione che nella manualità tipica dell’artigianalità. Sono queste le caratteristiche che contraddistinguono l’ingegnere, con la sua creatività professionale che rappresenta un valore aggiunto per la professione.
Ma perché ciò che creiamo abbia valore, bisogna andare oltre, bisogna valorizzare questa professione, e quindi innovare e rinnovare. Io credo che il rinnovamento dipenda da due variabili, interna ed esterna.
La prima: il cambiamento significa rinnovarSI, non avere paura del cambiamento, che parte soprattutto dai giovani. Da qui il mio appello agli ordini, affinché abbiano coraggio, imponendosi il limite dei due mandati nei consigli.
E poi il cambiamento esterno, che deve arrivare da burocrazia e, più in alto, dalla politica che deve imparare a riconoscere il valore dell’attività ingegneristica: non può essere imposto lo stesso iter burocratico per un lavoro da poche migliaia di euro e un progetto da milioni di euro. E ancora, gli eco bonus, che avrebbero potuto rappresentare una svolta per il settore: ma se la normativa sulla progettazione energetica degli edifici cambia ogni sei mesi, come si può realizzare un progetto di valore? Valore, che passa anche e inevitabilmente dal prezzo: la liberalizzazione delle tariffe tuttavia ha sottratto valore alla professione.